Dopo non uno ma ben due corsi preparto (ormai sono super qualificata per partorire!) ho notato che un tema un po’ trascurato – nonostante la sua rilevanza – è quello del sesso post parto.
Non penso di spoilerare nulla alle future mamme rivelando che la gravidanza non è un periodo floridissimo dal punto di vista sessuale, ma a quanto pare manco il post è proprio un film di Trentalance.
I 40 giorni dopo il parto sono abbastanza delicati ed è generalemnte sconsigliato avere rapporti in questo periodo. Anzitutto, perché il corpo ha bisogno di un po’ di tempo fisiologico per riprendersi da possibili lacerazioni – spontanee o episiotomia – successive al parto. Inoltre, 30/40 giorni possono servire anche per chiudere definitivamente il capitolo delle “lochiazioni” – my new nightmare -, ovvero le perdite di sangue che si verificano nel puerperio e che possono durare fino per l’appunto ad un mese e passa dal parto. Inoltre – nonchè cosa più importante -, a quanto pare 40 giorni sono il periodo di tempo minimo necessario perché l’utero si “richiuda” dopo il parto. Il fatto che l’utero sia ancora “aperto” potrebbe rendere l’aver rapporti sessuali non solo doloroso, ma anche rischioso causa possibili infezioni legate all’ingresso di batteri. Per questa stessa ragione i ginecologi sconsigliano di frequentare terme o piscine nei 40 giorni successivi al parto. – Nota a parte: la mia ostetrica, giusto per buttare un po’ d’ansia, ha tenuto a farmi presente che prima che l’utero torni come prima ci vogliono dai 6 ai 9 mesi, perciò i rapporti comunque per un (bel) po’ non saranno più come prima… -.
Orbene, se come è stato per me la questione dei 40 giorni di attesa vi ha lasciate perplesse, che dire di quello che ho scoperto del sesso nel corso dell’allattamento! Difatti, se già la ripresa dell’attività sessuale dopo i famosi 40 giorni può essere difficoltosa causa complessi estetici, ansia da prestazione, calo del desiderio legato agli ormoni sballati e soprattutto ingerenza di un terzo di piccole dimensioni nella vita di coppia, a complicare le cose vi è anche l’ansia da ulteriore gravidanza inaspettata. Come molte donne poco informate come me, ho sempre creduto che che l’allattamento al seno fosse una sorta di contraccezione naturale. SBAGLIATO! E’ vero che l’allattamento al seno riduce la fertilità (causa progesterone alle stelle che peraltro potrebbero far sì che l’amenorrea perduri per tutto il periodo dell’allattamento), ma non significa che non vi sia il rischio di rimanere incinta, anzi! Durante tutto il periodo dell’allattamento bisogna stare particolarmente attenti perché, complici sempre gli sbalzi ormonali, si potrebbe ovulare senza saperlo. Se pensate quindi che per il momento un bebè sia più che sufficiente, vi consiglio caldamente di parlare con il vostro ginecologo e scegliere sin da subito un metodo anticoncezionale. Qualche info generica che ho raccolto in via preliminare da ostetrica e ginecologo: per le donne che allattano si consiglia di evitare estrogeni che potrebbero passare nel latte, preferendo una pillola solo progestinica. In alternativa, si può ricorrere alla spirale, ma bisogna aspettare un po’ di mesi prima di poterla utilizzare. Nulla da dire invece sul classico, sempreverde preservativo.
In sostanza ragazze ci si vede al corso di maglia e uncinetto…!
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