La genitorialità è un’esperienza mista, come dice la psicologa Camilla Stellato.
Un giorno desideri solo staccare dal capezzolo quella sanguisuga che prosciuga la tua energia vitale e lanciarlo nel suo lettino, il giorno dopo basta un mezzo sorriso sdentato per annientare ogni tuo istinto di sopravvivenza e preservazione.
Ormai sono mesi che Marco ed io parliamo di come e quando metter a dormire Leo da solo e togliergli la poccia, come la chiamano qui ad Arezzo. Nonostante io fossi sfinita dalla mia vita simbiotica con il Nano, abbiamo deciso di adottare un approccio cauto e assolutamente…confusionario, come siamo noi insomma! Prima abbiamo deciso di contattare una consulente del sonno, poi abbiamo stabilito che volevamo provare a fare in autonomia, quindi abbiamo provato a far addormentare Leo dal babbo direttamente nel lettino, poi una volta accolto questo cambiamento abbiamo capito che comunque il fatto che di notte pocciasse rappresentava un tema (better know as una bella rottura di palle) e si finiva sempre per portarlo nel lettone. Quindi abbiamo deciso di togliere il seno, ma gradualmente per non scioccare il Nano, così siamo partiti dal togliere la poppata del giorno per togliere successivamente le poppate della notte. E dopo tutto questo percorso degno del Gran Premio di Monza siamo arrivati al 10 maggio, il giorno che sarebbe passato alla storia come la data in cui Amerigo Vespucci partì per il suo primo viaggio nel Nuovo Mondo e Leonardo il Nano lasciò il seno materno per affrontare la notte senza poccia poccia.
Eravamo convintissimi di quello che stavamo facendo, lo siamo stati per almeno 12 ore. Poi arrivati al momento della buona notte ci siamo guardati e abbiamo detto: “Ma perché lo stiamo facendo pure”?
La verità è che, anche se moriamo dalla voglia di essere un po’ più autonomi da lui, alla fine l’equilibrio che abbiamo trovato negli ultimi mesi ci piace. Vedendoci da fuori qualcuno ne riderebbe, ma per noi questo è il nostro equilibrio, per quanto improbabile. Il solo fatto di esser riusciti a far addormentare Leo indifferentemente da me o da Marco (cosa fino a pochi mesi fa impossibile dato che Leo voleva dormire solo la mamma!) e di aver tolto il seno di giorno mi ha dato finalmente respiro, mi ha fatto sentire più serena e riposata sia mentalmente che fisicamente (per quanto possa definirsi “riposato” un genitore) e questo mi ha permesso di tornare a vedere me stessa e la coppia, che poi era l’obiettivo di tutto il percorso fatto sinora.
Quindi perché? Perché avere tutta questa fretta di crescere a tutti i costi?
Questo non significa che ci areneremo. Riproveremo più avanti, con calma, a togliergli in seno. Nel frattempo continueremo ad addormentarlo nel suo lettino e proveremo a farlo addormentare anche ai nonni per concederci una cena fuori, ma se poi una volta svegliatosi vorrà correre dalla mamma e far un po’ di poccia poccia, perché no?
Morale: ognuno deve fare ciò che si sente quando se lo sente. Non c’è giusto o sbagliato, non c’è tardi o presto, non c’è decisione definitiva se non lo è per te. E certo, non mi dispiacerebbe sturarmi 3 gin tonic, però pace, son 2 anni che aspetto, cercherò di tenermi a bada ancora per un pochino!