Com’è possibile che ci sia un corso di preparazione al parto e non abbiano pensato di fare un corso di preparazione alla maternità?
Si passano mesi a parlare di un attimo e nessuno ti dice come prepararti al resto della tua vita!
Non mi riferisco solo al fatto che d’improvviso ti ritrovi con un’appendice dipendente da te in tutto e per tutto (che senza di te non mangia, non dorme, non si pulisce, non si svaga, non si sente a suo agio, talvolta addirittura non caga), il che è la cosa più bella che possa mai accadere nella vita, non fraintendetemi, ma siamo oneste, è faticoso, molto faticoso, talmente faticoso che Ercole in confronto era veramente una pippa.
Mi riferisco a tutti gli sconvolgimenti interiori e non che la nascita di un bambino si porta dietro.
Osho diceva “Nel momento in cui nasce un bambino, nasce anche la madre”.
Secondo me manco lui aveva capito bene quanto fossero vere queste parole.
Solo quando ci si è dentro si realizza che la maternità è una scoperta prima di tutto di se stesse.
Questa fa emergere lati del carattere prima sconosciuti, riporta alla mente ricordi andati perduti, costringe ad affrontare sofferenze ritenute sopite.
Il tutto mentre si cerca di prendere confidenza con un corpo nuovo, un involucro che, comunque siano andati la gravidanza e il parto, è diverso da quello che si era ricevuto in dotazione.
Il tutto mentre ci si trova inaspettatamente a scontrarsi con un ideale di mamma della Mulino Bianco, sempre sorridente, felice, perfetta, probabilmente drogata, che è ben lontano dalla realtà parallela in cui tu trovi tu, una bomba atomica di emotività in 1 metro e 69 di sciatteria.
Dicono che esser madre è un mestiere. Per me esser madre è uno stato d’animo. Non sei semplicemente felice, non sei semplicemente stanca, non sei semplicemente “un po’ giù”, non sei semplicemente nervosa. Sei madre.