Diventando mamma ho scoperto che per fare il genitore bisogna avere tanta pazienza. Ma “tanta” non rende l’idea di quanta pazienza davvero ci voglia.
Ci vuole tanta pazienza quando fai una coda di due ore alle poste e appena arriva il tuo turno si impallano i sistemi.
Ci vuole tanta pazienza quando esci per buttare la spazzatura e proprio in quei 28 secondi arriva il pacco ASOS che aspettavi e devi far la Via degli Dei per andare a recuperarlo in deposito.
Ci vuole tanta pazienza quando ordini una pizza 4 formaggi e te la portano senza gorgonzola.
Con un figlio ne serve molta di più, molta più di quanta ne abbia mai avuta anche con te stessa, devi arrivare al livello 5000 del Candy Crush Saga della pazienza.
Ti svegli nella notte con la sensazione dell’asciugamano umido sul bagnasciuga, apri gli occhi un po’ sognante e in realtà sei nel tuo letto, immersa una pozza di pipì perché il pannolino si è allargato e il piccolo con il suo mini idrante ti ha annaffiata? Pace, prendi una camomilla, un po’ pazienza e rimedi.
Gli stai cambiando il pannolino e succede quella magia per cui il piccolo Copperfield con una sola mossa di gambine riesce a sporcare la tutina, i calzini, il fasciatoio, il muro, la manica del tuo vestito e, se la magia riesce bene, anche l’occhiale e il capello appena lavato? Ti giri, prendi una boccata di aria fresca e pazienza e pulisci.
Cerchi di lavorare arrecando al tuo amato bimbo il minor disturbo possibile e quindi tieni in una mano il computer, nell’altra lui, e scrivendo canti “La canzone della felicità” con proiezione del video sul cellulare che reggi col ginocchio ma comunque lui si sente trascurato? Namaste bambino. Te la metti via, prendi il cellulare e un po’ di pazienza e coreografi “La canzone della felicità” fino alla sua prossima esigenza.
Appena inizi a guardare un film il pargolo ulula fingendo il soffocamento per ricordarti che sei una madre di merda perché dai precedenza ai tuoi bisogni anziché ai suoi? No problem, spegni la tv, ti fai in endovena di pazienza e vai a letto sperando che Morfeo vi prenda entrambi quanto prima.
Potrei citare altro mille mila esempi ma la sostanza è che quando sei genitore situazioni che in altre circostanze meriterebbero di esser incorniciate da una fila di imprecazioni cadenzate dal rimbombo dei tuoi maroni che ruzzolano verso l’infinito sono il tuo pane quotidiano. Quindi due sono le strade percorribili rimanendo nei confini della legalità: o dai in affido il pupo prima che ti portino alla neuro o ti armi di pazienza e vai avanti.
Io per ora vado avanti. Lo guardo, con un sorriso gli ricordo che è il più grande cagacazzi che io abbia mai conosciuto e vado avanti.