Ora posso dirlo: non ci avevo capito una fava. Ho passato mesi a parlare di te ma adesso mi rendo conto di quanto ogni mio pensiero fosse lontano e astratto. Ho cercato di immaginare come sarebbe stata la MIA vita con te, senza che mai mi passasse per la testa che dal giorno della tua nascita la mia vita in realtà saresti stato TU.
Come sempre, ci ho messo un po’ per prenderne coscienza. Quando ti ho visto per la prima volta, poggiato sul mio petto, ero spaesata e confusa. Ricordo che continuavo a chiedere dei miei occhiali perché non riuscivo a vederti, ma anche quando li ho avuti non sono riuscita a vederti distintamente. Ci è voluto un po’ perché tornassi a vedere e quando è successo ho sentito quello di cui tutti parlano, chiamala felicità incontrollata, amore materno, unico e incondizionata, attaccamento viscerale… io lo chiamerò quel qualcosa che fa si che io ti guardi estasiata e dimentica di ogni dolore o stanchezza anche dopo n notti insonni, trascorse a farsi tritare i capezzoli e le orecchie e a cercare di tracciare una linea tra la fine dei miei capelli e l’inizio del tuo meconio.
Pensavo ti avrei amato come un genitore ama un figlio, ma chi sa veramente cosa significa finche non diviene genitore? Io davanti a te sono completamente inerme, un tuo minimo gesto basta per farmi ridere di cuore e piangere senza controllo dalla gioia.
Ti amo moltissimo e ringrazio ogni giorno che tu sia entrato nella mia vita.
Chi lo avrebbe mai detto, eh Laura di marzo?